25/08/09

Anteprima di Fox il Baro

Nelle prossime settimane (la data ufficiale di presentazione verrà segnalata prossimamente attraverso questo blog) uscirà il primo disco di Claudio Tommasetti intitolato “Fox il baro”.

È possibile ascoltarne in anteprima la title track, che racconta la storia di un baro impegnato in una partita a carte truccata.

Il disco è stato realizzato grazie all’appoggio del CAD e di Ingrado - che ha curato il riversamento digitale e la masterizzazione in edizione limitatissima partendo dalle registrazioni originali realizzate personalmente da Claudio.
Il disco, prodotto culturale senza fini di lucro, verrà offerto in omaggio!


Abbiamo incontrato il musicista e gli abbiamo posto alcune domande.

Cosa vuole esprimere attraverso la sua musica?
Vorrei portare avanti un messaggio di pace, amicizia e solidarietà…un po’ come il messaggio che ha fatto passare la famosa manifestazione di Woodstock, in cui non si badava alla classe sociale di appartenenza e tra la gente c’era un forte senso di legame.

Da cosa nasce la sua passione per il genere musicale?
La mia passione musicale è nata grazie ai miei idoli, che sono appunto: Alvin Lee, Jeff Back, Keith Richards ed infine Frank Zappa.

Suona solo cover o scrive anche canzoni sue?
Si, scrivo spesso anche dei miei pezzi e mi occupo anche degli arrangiamenti.

Quando scrive da cosa trae la sua ispirazione?
L’ispirazione per scrivere la prendo sia dai miei idoli sopra citati e sia anche dalle mie esperienze passate e presenti.

Che genere di musica ascolta solitamente?
Ascolto praticamente la musica a 360° compresa quella moderna e commerciale.

Quali strumenti sa suonare?
Non ho, di fatto, mai studiato musica, però fin dai tempi del collegio - all’epoca avevo all’incirca 9 anni - c’era un pianoforte sul quale mi esercitavo giornalmente e con tanta passione. Già intorno ai 10 anni era talmente tanta la voglia di suonare la chitarra che me ne ero costruita una con un legno e dei fili da canna da pesca, per poi racimolare le paghette della mamma per arrivare a comprare finalmente una piccola ma vera! Con questo piccolo strumento è cominciata la mia avventura da autodidatta fino ad arrivare all’artista di oggi.

Ha mai suonato in gruppi musicali?
Si, a sprazzi ho suonato in vari gruppi musicali, con alcuni l’avventura è durata per alcuni anni e con altri solo pochi mesi, questo perché far parte di una band è una cosa molto difficile; infatti per 30 anni di fila ho sciupato il mio tempo con degli incapaci.

Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per i tuoi progetti musicali!

La treccia di Al

Ho imparato questa ricetta in Villa Argentina durante uno dei miei periodi di permanenza. Me la ricordo a memoria perché l'ho preparata così tante volte. La facevamo quasi tutti i sabati sera per poterla mangiare la domenica mattina che si faceva il brunch. Ero io lo specialista di tutto quanto riguardava il pane, le pizze e le focacce. Era molto apprezzata, soprattutto quando ci aggiungevo lo zucchero sopra. Da 1 a 6 mi davano quasi sempre 6.

Ingredienti
2 kg di farina per treccia 2 cubetti di lievito 2/3 uova intere 2 gialli d'uovo 200 g di burro 1,2 litri d'acqua (circa) 1 dl di olio d'oliva (se si vuole)

Mettere la farina su di un piano o in una ciotola. Sciogliere il lievito nell'acqua, aggiungendo (secondo alcuni) un pizzico di sale. A me è riuscita sempre bene anche senza. Aggiungere poi il burro lasciato fuori dal frigo e le tre uova intere, l'olio (solo se si vuole farla impastare più veloce) e poi impastare aggiungendo acqua, fino a quando la pasta risulta bella liscia ed appiccicosa.

Poi dividere la pasta a metà o in tre (per fare 2 o 3 trecce).
Ogni porzione va divisa ancora a metà e creati due cordoni uniformi di pasta che vanno poi intrecciati. Sul retro del pacchetto della farina per treccia c'è indicato come si fa ad intrecciarla. Lo spiegano proprio bene. Io da li ho imparato la tecnica.

Con un pennello ci si spalma sopra il rosso dell'uovo. Un mio trucchetto è quello di spolverarci sopra un po' di zucchero, in modo che si appicichi bene all'uovo. Questo trucchetto l'ho imparato in comunità ed è stato molto apprezzato.

Poi si inforna il tutto per 30/40 minuti a 180°. Non deve cuocere velocemente, ma piuttosto lentamente. Più lenta cuoce meglio viene. Si può usare la carta da forno, oppure, va imburrata la teglia. Controllare regolarmente e quando è ben dorata spegnere il forno! Controllare che sia ben pronta bucherellandola con una forchetta. Se la forchetta esce asciutta vuol dire che la treccia è pronta. Se esce ancora appicicaticcia ci vuole ancora un po' di cottura.

Farla raffreddare fuori dalla finestra, non li così in cucina. A me piace molto anche da sola, eventualmente è ottima con pane e burro. Preferibilmente la marmellata di albicocche.

21/08/09

Autostop - scriviamo una sceneggiatura

Pubblichiamo una serie di testi scritti per "TuttInCorto" concorso della RSI per la scrittura e la realizzazione di un cortometraggio partendo da degli spunti proposti dal regista Stefano Ferrari. Lavoriamo particolarmente sulla traccia "Autostop", ecco lo spunto di partenza...

Visto dal conducente: Ero stanco di riunioni e di discussioni sui flussi di capitale. Ormai seguivo di più l’andamento della borsa che non l’andamento della mia vita. Avevo perciò deciso di regalarmi una giornata di libero, abbandonando tutto e tutti. Lasciata la città, mi stavo dirigendo verso il mio rifugio di pace in mezzo al verde, quando vedo una ragazza con il pollice alzato. Non avevo mai caricato un’autostoppista, ma questa volta una vocina interiore mi suggeriva di fermarmi. Non immaginavo che quella decisione avrebbe scombussolato la mia vita...

Visto dalla passeggera: Ancora una volta ero stata umiliata per aver chiesto un timbro per la disoccupazione. Ormai era da un anno che non trovavo lavoro. Non era colpa mia se nelle offerte di lavoro si chiede la giovane età unita all’esperienza. Stanca di camminare, decido di fare autostop. Dopo pochi secondi si ferma un signore, molto elegante. Chi l’avrebbe detto che la vita può cambiare da un momento all’altro ...

Ed ecco invece le varie versioni della storia proposte nel pomeriggio di scrittura al CAD: Versione di S - Versione di M - Versione di R

Autostop - versione di M

Il conducente si fermò e chiese all'autostoppista dove era diretta, la tipa gli disse dove e salì. La ragazza spiegò che doveva andare da sua nonna perché stava male, anzi stava molto male e aveva bisogno dei soli e li chiese al conducente ma lui sul momento non poteva aiutarla. Chiese alla ragazza se voleva tornare che lui glieli avrebbe dati, ma lei disse che era di importanza vitale arrivare al più presto dalla nonna.

Cominciarono a parlare del più e del meno, ad un certo punto la ragazza chiese al conducente di fermarsi un momento perché doveva chiedere al proprietario di un negozio un'informazione. Il conducente si fermò vicino al marciapiede, la tipa entrò nel negozio e il conducente aspettò fuori. Nel tempo di 5 o 6 minuti vide la ragazza che salì svelta in macchina e disse al conducente di partire al più presto, ili proprietario del negozio usci e si mise ad inseguire la macchina, ma era a piedi. In macchina i due protagonisti si allontanavano svelti, il ragazzo vide che la ragazza era molto più agitata di prima e le chiese il perché. Lei non disse niente ma dopo un po' disse che quando era entrata nel negozio aveva litigato con il proprietario e basta.

Passarono alcuni minuti e il conducente si accorse che era seguito dalla polizia che raggiunta l'auto indico al tipo di fermarsi. Dopo un controllo portarono tutti e due alla centrale controllarono la macchina e trovarono dei soldi. Om ufficio della polizia fecero delle domande ai due protagonisti, lei non voleva confessare di aver rubato il denaro ma dopo le parole del proprietario del negozio non poté dire altro che la verità. Il commissario voleva incastrare anche il conducente, ma lui non sapeva niente e spiego la storia della ragazza e dei soldi che aveva bisogno.

Arrestarono la ragazza, ma il conducente pagò la cauzione, perché per lui era importante che la nonna della ragazza avessi i soldi e la portò da lei e si salutarono.

Autostop - versione di S

Lui si ferma. Primi approcci. Dove vai? In cerca di divertimento. Non so dove andare. Ma se fai l'autostop dovresti sapere dove andare. Non ho nulla da fare. Se ti va possiamo fare qualcosa assieme. Dipende da cosa vorresti fare. Cosa ne pensi di fare un viaggio verso la Francia, per esempio a Parigi?

Così, nel frattempo, per mettersi un po' a loro agio, si fermano prima a casa di lui per prendere dei vestiti, delle scarpe e anche delle coperte che servono per il camper. Visto che hanno deciso così parlandosi prima. Ora sono da lei a prendere le stesse cose. Qui subentra un problema da parte sua, della ragazza. La ragazza prende delle chetalgine e per spostarsi ha bisogno della sua dose giornaliera. Cambiano la macchina e prendono il camper di colore rosso.

Lui si ferma per fare benzina per avere la certezza di non restare a piedi. Insomma un piccolo problema in meno. Per lui è una grande scolta nella vita, non pensare più ai soldi per un bel po'. Mentre lui ha trovato qualcosa da fare. Ma nessuno dei due si era ancora resto conto cosa fosse realmente quel lungo viaggio.

Autostop - versione di R

L'autostop dal punto di vista di lui

Oltre alla mia isola felice (per rilassarmi) sarebbe bello avere qualcuno che vorrebbe condividere con me la mia vita (un venerdì).

Il narratore spiega: - Nella vita non è tutto scontato, sono proprio questi momenti in cui si possono realizzare determinati desideri! -

All'orizzonte si delinea una sagoma: un'autostoppista carina, decido di caricarla.
Lui si ferma e la ragazza sale.

Lei, assorta nei suoi pensieri, preoccupata per il lavoro, ensa che la macchina che si è fermata è molto lussuosa e pena che la persona che la guida sia realizzata.

Incominciano a parlare e a conoscersi.