Tanto per cambiare - Corona (o come reinventarsi una vita in questo after covid)
Probabilmente non vogliamo renderci conto di quanto è cambiata la nostra vita né delle trasformazioni che ancora ci attendono, alcune delle quali, si teme, sono irreversibili, altre, invece, tanto scandalose da non poter essere rivelate. Intanto il Governo ci dice qual è la “nuova normalità”.
Tanto per cominciare - un applauso a Rachele, geniale, che ha trattato il tema Covid come se riferisse di un fatto remoto che ha lasciato un segno nella storia. Leggere il suo contributo d’esordio sul foglio del CAD è stato come osservare una foto o un almanacco d’altri tempi. Una formulazione ad effetto, apparentemente fuori tempo, ma voluta e riuscita!
Lock down, ovvero “serra giò”
Strade azzittite, sentieri deserti, spopolati e snaturati dalla loro funzione (malgrado la natura si stesse vigorosamente risvegliando) - tanto che mentre scavalcavo gli sbarramenti posti dalla polizia per andare a sfogare le mie gambe e ossigenare il cervello lungo il Cassarate, mi sentivo, anzi ero, un “fuori legge” e infatti correvo come un alieno in fuga. Nascosti dietro mascherine azzurre, i pochi “complici” che incrociavo sullo stretto sentiero e lungo gli argini del fiume sbirciavano ammiccando o dissimulando la loro connivenza: che goduria avere il sentiero tutto per noi fin su al Piano della Stampa!
Tanto per cominciare - un applauso a Rachele, geniale, che ha trattato il tema Covid come se riferisse di un fatto remoto che ha lasciato un segno nella storia. Leggere il suo contributo d’esordio sul foglio del CAD è stato come osservare una foto o un almanacco d’altri tempi. Una formulazione ad effetto, apparentemente fuori tempo, ma voluta e riuscita!
Lock down, ovvero “serra giò”
Strade azzittite, sentieri deserti, spopolati e snaturati dalla loro funzione (malgrado la natura si stesse vigorosamente risvegliando) - tanto che mentre scavalcavo gli sbarramenti posti dalla polizia per andare a sfogare le mie gambe e ossigenare il cervello lungo il Cassarate, mi sentivo, anzi ero, un “fuori legge” e infatti correvo come un alieno in fuga. Nascosti dietro mascherine azzurre, i pochi “complici” che incrociavo sullo stretto sentiero e lungo gli argini del fiume sbirciavano ammiccando o dissimulando la loro connivenza: che goduria avere il sentiero tutto per noi fin su al Piano della Stampa!
Tornando al Covid 19, ora che apparentemente il picco è stato superato, secondo me il peggio deve ancora venire. Purtroppo temo che si voglia ritornare al “courant normal”, alla frenetica consuetudine che non ho mai condiviso dal profilo politico, sociale ed economico. Ma, ideologie a parte, cos’è cambiato? Tutto e niente, nel bene e nel male. Le barriere sono sparite ma noi siamo ancora qui, sbalorditi, increduli. Se chiedessimo a coloro che nelle statistiche figurano come “guariti” ci renderemmo conto di cosa significa essere usciti da una terapia intensiva. A quanto pare le conseguenze sono pesanti e tenaci, poiché si tratta di una malattia con effetti multiorganici. Io ho un’amica cara che sta attraversando un calvario impressionante: in questi giorni è stata ricoverata per la seconda volta all’Inselspital di Berna dopo essere stata dimessa dopo un trattamento intensivo! Cosa significa “guarita”. D’altronde, dopo appena pochi mesi cosa ne sappiamo degli effetti a lungo termine di questa malattia? Lo stesso vale per l’economia che sta vacillando e per la nostra vita sociale.
Ciononostante ci sono (stati) anche degli aspetti positivi: se è vero che i nostri organi, in particolare i polmoni, sono minacciati dal virus, l’apparato respiratorio del pianeta Terra per qualche giorno ha potuto rigenerarsi. Questo ragionamento non fa una piega. Finché gli aerei non decolleranno di nuovo. Intanto sotto casa mia il traffico è ripreso: il silenzio di Via Ceresio è durato 2 – 3 settimane; ormai fa parte del passato (ved. articolo di Rachele summenzionato).
Dunque non è proprio il caso di illuderci: se ci sono stati dei cambiamenti si tratta di cambiamenti in peggio. E noi ne siamo consapevoli. Il mio presagio è che i potenti – come sempre avviene - ne usciranno con accresciuto potere e i poveri ancora più poveri. Intanto – se ci voleva una prova - i diritti civili sono stati sospesi.
Carpe diem
Perciò non ci resta che cogliere quei rari ed effimeri momenti felici.
Dunque non è proprio il caso di illuderci: se ci sono stati dei cambiamenti si tratta di cambiamenti in peggio. E noi ne siamo consapevoli. Il mio presagio è che i potenti – come sempre avviene - ne usciranno con accresciuto potere e i poveri ancora più poveri. Intanto – se ci voleva una prova - i diritti civili sono stati sospesi.
Carpe diem
Perciò non ci resta che cogliere quei rari ed effimeri momenti felici.
Nel mio piccolo, mi rallegro quando sento strillare i gemelli dell’appartamento accanto, nati due mesi fa (proprio mentre in tutto il mondo si contavano i decessi), oppure mi lascio incantare da una fogliolina verde, spuntata inaspettatamente su una pianta decrepita che si trova ancora lì, sul mio balcone, solo perché non sapevo dove e come smaltirla. Un germoglio di cui ammiro ogni mattina la bellezza e le tonalità cangianti, per me sinonimo di salute e benessere (e persino di “ricchezza”, considerata la pochezza del mio conto in banca – ma questo non c’entra).
Scherzi a parte, la natura è sempre più sinonimo di ricchezza, perché sta diventando un bene sempre più delicato, deturpato, saccheggiato. Chiunque conosca anche solo sommariamente la logica dei sistemi economici sa che i beni rari sono i più cari. E più diventano rari, più diventano cari. Attenzione quindi a non “catafottere” (perdonatemi l’uso di questo verbo caro al compianto scrittore Camilleri) la salute della natura e delle persone, perché il conto sarà salato.
Ora che la natura si sta ribellando, rivelando sempre più il suo lato bellicoso, è meglio averla dalla propria parte. Infatti se guardiamo alle incertezze suscitate da un piccolo virus che è stato in grado di moltiplicarsi a una velocità tale che gli algoritmi di Credit Suisse gli fanno una pippa, c’è poco da ridere. Io ne sono rimasto scosso (per non dire che “me la son fatta addosso”, poiché proprio nei giorni in cui il Ticino registrava il primo decesso per Covid 19 io ero a letto con sintomi influenzali).
Ora che la natura si sta ribellando, rivelando sempre più il suo lato bellicoso, è meglio averla dalla propria parte. Infatti se guardiamo alle incertezze suscitate da un piccolo virus che è stato in grado di moltiplicarsi a una velocità tale che gli algoritmi di Credit Suisse gli fanno una pippa, c’è poco da ridere. Io ne sono rimasto scosso (per non dire che “me la son fatta addosso”, poiché proprio nei giorni in cui il Ticino registrava il primo decesso per Covid 19 io ero a letto con sintomi influenzali).
Ora sta a noi trarre gli insegnamenti giusti da questa contromossa di Madre Natura contro l’incorreggibile Uomo sapiens.
Per concludere, visto che l’argomento sta monopolizzando tutte le attenzioni, facendo passare in secondo piano Trump, Putin* e persino la Champion’s League, perché dovrei astenermi dal dispensare una mia ricetta contro il virus e le paure che esso genera? Dopo una giornata di (tele)lavoro, prendi la bici e vai a fare un tuffo nel Ceresio o, meglio ancora, in un fiume (la ricetta vale anche per chi non lavora o/e maltratta il proprio corpo in altro modo). Finora non ci sono controindicazioni al riguardo; anzi, oserei dire che l’effetto è un po’ come lavarsi le mani regolarmente. Lo stesso vale per alcune battute sarcastiche, stupide ma innocue: a volte occorre sdrammatizzare e dissipare la tristezza che ci portiamo dentro. Si dice che ridere fa bene. Se esagero fatemelo sapere, ovviamente mantenendo le dovute distanze.
* A proposito di Trump, Putin e altri potenti cialtroni, e considerato che il complottismo è quasi diventato un must, ecco un mio timore che vorrei condividere: chissà quante porcherie hanno combinato o stanno progettando questi signori mentre i riflettori dei media sono puntati su origini, colpe, rimedi, speculazioni e conseguenze concernenti il coronavirus?
* Chiedo scusa ai dittatori e ai corrotti che ho omesso di nominare.
Roland
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