15/12/08

Le nostre esperienze al CAD


Interessante e arricchente.

Sono un’allieva infermiera, frequento il 3° anno presso la SUPSI DSAN.
Purtroppo tre mesi di stage presso Ingrado, non sono sicuramente abbastanza per conoscere in profondità le vaste realtà a qui si rivolge la struttura.
Nonostante il breve periodo di stage, l’esperienza è stata significante e ricca di contenuti.

IL CAD offre diverse attività ricreative, ma anche spazi per condividere un pranzo e la sua preparazione, aiutare nella gestione della lavanderia e svagarsi con l’utenza. Tutto ciò permette di approfondire e dare spessore alla relazione.
Ogni persona che frequenta il CAD, porta con sé un pezzetto della sua vita. Ad ogni nuova entrata, la “ragnatela” s’intreccia sempre più, permettendo la conoscenza e il confronto, ma soprattutto di rimettere in discussione e arricchire giorno per giorno il proprio concetto d’accoglienza. Questo non muta alla sua base, una base composta primariamente da un saluto, subito dopo dall’offerta di un pasto caldo e poi della possibilità di occuparsi della propria igiene personale.

Tutto questo è il CAD, un’equipe che cerca di soddisfare i bisogni primari delle persone. Nel rispetto dei valori che ognuno porta con sé.

Jolenny S.

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La mia esperienza professionale e di vita al CAD

Cari lettori,
recentemente mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla mia esperienza da stagista al CAD e ovviamente non posso darvi un resoconto completo se da prima non vi accenno un breve stralcio della mia vita…
Qualche anno fa, dopo un percorso scolastico in campo economico ho deciso di cambiare totalmente il mio futuro, sia a livello professionale e sia a livello personale; la mia passione per uno stretto contatto con la gente era troppo forte per essere lasciata andare alla deriva, ed è così che decisi di intraprendere una nuova carriera.
Dopo altre esperienze fatte in diverse aree, come ad esempio: in psichiatria, minori, anziani, ecc… questa del CAD risulta essere per me la più significativa per differenti ragioni, la prima sicuramente è perché il problema che vado a “trattare” mi tocca molto da vicino ed è per questo motivo che mi piacerebbe molto dare in futuro un concreto contributo, per aiutare nella maniera migliore questi ragazzi e ragazze che si sono per così dire “persi” in un cammino difficile da superare; la seconda ragione riguarda invece il mio approccio educativo sicuramente più consapevole e maturo di quando ero agli inizi.
Il CAD, in questa mia singolare esperienza nell’ambito delle dipendenze mi ha mostrato come a volte aiutare delle persone a soddisfare dei semplici bisogni, di cui molto spesso considerando la vita frenetica che oggi giorno noi tutti conduciamo non ce ne rendiamo nemmeno conto che possa essere molto importante e significativo per qualcuno, un altro aspetto molto interessante è stato quello di vedere più culture interagire tra di loro mantenendo sempre di fondo un rispetto reciproco l’uno per l’altro.
I momenti più significativi che ho vissuto nel corso di questo tirocinio, sono indubbiamente il momento del pranzo in cui operatori e utenti mangiando insieme si relazionano e si confrontano continuamente senza alcuna barriera istituzionale, favorendo appunto un tipo di relazione più libera e aperta; l’altro momento che mi ha colpito sono state le discussioni avvenute durante e dopo la proiezione di un film della rassegna cinematografica, la quale ha fatto emergere interessanti opinioni e vissuti di alcuni frequentatori del centro diurno.
Concludo questo mio primo e forse unico articolo, ringraziando coloro che mi hanno permesso di fare questa esperienza al CAD, nelle persone di Lorenzo, Umberto e il mio responsabile di tirocinio Dino; infine non posso non dire che mi sono trovata davvero molto bene con tutto lo staff dell’Ingrado, in cui si respira veramente un bel clima d’équipe, grazie al quale risulta possibile creare e mettere in pratica progetti originali e potenzialmente utili all’utenza.
Ora vi saluto davvero, con questa mia ultima frase: tanto c’è ancora da fare…ma grazie a tante persone già molto è stato fatto…

Sara P. 
(studentessa presso l’Università dell’Insubria)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie mitica Sara resterai per sempre nel nostro cuore...