04/03/08

Tanti anni fa, a Pompei

Proposto da Cris

Quando nel 77 a. C. Pompei fu sepolta da una spessa coltre di lapilli, cenere e acqua, non tutti gli abitanti fuggirono subito, anzi la maggior parte fu colta dal terribile evento piroplastico nell'ultimo loro gesto quotidiano. Le moderne tecniche archeologiche ci permettono da relativamente poco tempo di recuperare uomini e animali periti sotto una spessa coltre di cenere e vaporizzati dal calore nella miscela di terra, lapilli e acqua che man mano si induriva. Il vuoto, che prima era una persona, un animale, un albero o un oggetto dove la vita li ha abbandonati, veniva cosi' inglobato dalla massa espulsa dal Vesuvio che man mano si raffreddava, lasciando l'impronta dell'ultimo atto di vita.

Famoso e impressionante il ritrovamento di un cane che si contorce dal dolore e dalla paura: il suo calco ce lo mostra con le zampe in alto come se volesse strusciare la schiena contro la terra, ululando.
Gli animali percepirono prima degli umani il pericolo e chi pote scappo'.
Mentre fra gli esseri umani vi furono molti che pensarono fosse in atto un evento tremendo e spettacolare, crederono pure che non fosse necessario scappare e rimasero così nelle loro case, nascondendosi contro i muri portanti, oppure nei locali con muri più ampi o nelle cantine. Li' la morte ne colse molti.
Ritrovamenti archeologici successivi dimostrano come molti, resisi conto che ormai non vi era scampo, trovarono la salvezza attraverso la fuga tra pioggia di lapilli infuocati e cenere che si alzava sul terreno facendo crollare i tetti degli edifici. Così centinaia di esseri umani furono ritrovati mentre cercavano scampo in una zona dove c'erano due porte per uscire dalla città.
Fra loro persino il corpo di una giovane donna che, caduta, alza il braccio verso l'alto come in cerca di un aiuto disperato. Vicino a lei un uomo, visibilmente rivolto verso di lei, nel presumibile atto di aiutarla.
Quando si e' consapevoli della fine si prende con se' la cosa o le cose più importanti e significative della propria vita.
La donna aveva monili e oggetti simili, conservati anch'essi dalla colata, l'uomo aveva con lui utensili in una borsa, oggetti che oggi sarebbero appartenuti a un dottore.
Mi piace pensare che questa persona proprio nell'ultimo atto della vita abbia rivolto il pensiero verso chi aveva bisogno, non avrebbe guadagnato molto, ma l'ultimo atto della sua vita l'ha speso cercando di aiutare chi aveva bisogno di lui, fedele a un giuramento.
Senza perciò chiedere il tesserino di Cassa Malati.

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