04/06/09

Ai lettori di questo blog e a tutti i frequentatori dell'Ingrado di Viganello

Ho trascorso al CAD due mesi, dall'inizio di aprile alla fine di maggio. Inizialmente, ma anche in seguito, la domanda più frequente che mi sentivo rivolgere (sia dagli utenti che dagli operatori) era più o meno la stessa: "E tu, che cosa ci fai qui?", spesso più elaborata, con un'ipotesi che seguiva: "Studi psicologia e stai facendo uno stage per l'università?". La mia risposta, invece, è cambiata, evolvendo con il passare dei giorni... perché, diciamocelo, all'inizio non lo sapevo bene nemmeno io che ci facevo all'Ingrado.

L'ho capito solo dopo qualche tempo. Dopo un semestre piuttosto turbolento all'università, trascorso sostanzialmente alla facoltà di medicina dell'università di Losanna, e dopo aver deciso di interrompere i miei studi e cambiare totalmente indirizzo iscrivendomi alla facoltà di diritto, mi sono ritrovata all'Ingrado, intenzionata a fare una nuova esperienza. Effettivamente, il diritto con le tossicodipendenze non ha nulla a che fare... apparentemente. Perché lavorare all'Ingrado è stata una bellissima esperienza, al di là degli studi che mi appresto ad intraprendere, al di là della strada che ho intenzione di seguire; strada che, in ogni caso, mi condurrà molto probabilmente a lavorare in ambito sociale, perché i miei ideali vanno in quella direzione. Pensandoci, posso definire lo stage che ho effettuato all'Ingrado l'esperienza più arricchente che ho fatto fino ad ora.

Molti utenti sono riusciti a trasmettermi delle cose che tanta altra gente finora non era riuscita a fare; ascoltare le storie che hanno da raccontare, e discutere con loro (e qui non mi riferisco solo dell'utenza, ma anche ai volontari e agli operatori), dando origine ad interessanti scambi di opinione, mi hanno dato la possibilità di ampliare le mie vedute, aprendomi su mondi che ancora non conoscevo (senza contare che ho avuto modo di affinare la mia tecnica di gioco per quanto riguarda la Scala Quaranta :)).

Quello che più di tutto mi ha colpito del CAD è l'atmosfera che si respira: un'atmosfera calda, aperta, in genere rilassata (con qualche eccezione di tanto in tanto), voluta da un gruppo composto da molte persone diverse, ognuna con un percorso diverso. Tante persone, tanti trascorsi, il CAD è però una tappa che riesce ad accomunarle, rendendole tutte parte di quello che forse si può definire un progetto comune, che poggia le sue basi su delle fondamenta solide, perché composte da solidarietà, volontà di cambiare le cose e di aiutarsi l'un l'altro, non con grandi gesti ma semplicemente condividendo una parte del proprio percorso, trascorrendo insieme parte della giornata, mangiando insieme, ascoltando l'uno la storia dell'altro, raccontandosi a vicenda stralci di vita quotidiana, scambiando delle opinioni.

Ringrazio tutte le persone che frequentano l'Ingrado, chi per un motivo, chi per un altro: tutti gli utenti , i volontari, gli operatori, Lorena e Lorenzo, per avermi dato la possibilità di effettuare questo stage... chi in un modo, chi in un altro.

Vi lascio con la speranza che le nostre strade possano incontrarsi ancora in futuro...

Isabelle (ex stagista all'Ingrado-CAD)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Isa,
ha fatto piacere anche a noi condividere questo tempo con te... ti aspettiamo!