04/12/08

La lotta per la vita


Articolo di: S.

Voglio scrivere quest'articolo perché penso che il tema di cui si parla sia ancora molto attuale e grave anche se ne parla relativamente poco: l'aids. Ancora oggi, la persona malata di AIDS è vista con disprezzo e molti pregiudizi probabilmente perché c'è poca informazione e ancora molta ignoranza sul tema. Quando io sono nata, mia mamma ha scoperto di essere sieropositiva. Fortunatamente io e mia sorella siamo nate sane, mia sorella è stata allattata perché mia mamma non sapeva ancora nulla, io invece no. Quando avevo 8 anni, mia mamma, una sera a cena ci ha detto che era affetta da questa malattia, noi non sapevamo esattamente cosa fosse, ma ci accorgevamo che lei stava male. Dopo qualche anno io e mia mamma siamo andate da un medico che ci ha spiegato quali erano i comportamenti da tenere e soprattutto quale erano le cose da non fare: ci ha detto di stare attenti a rasoi e spazzolini da denti. Per tutto il resto abbiamo vissuto normalmente. L'AIDS è una malattia che con il tempo degenera, nonostante le terapie che man mano venivano scoperte (lei faceva parte di un gruppo che sperimentava nuovi farmaci) aveva sempre alti e bassi, da un banale raffreddore passava velocemente ad una polmonite e passava molto tempo ammalata ed in ospedale. Nella cittadina in cui vivevamo eravamo abbastanza malvisti e tenuti da parte, c'erano pettegolezzi sulla sua malattia e, ad un certo punto gli inquilini del palazzo hanno mandato una lettera che proibiva alla nostra famiglia di usare la lavatrice comune e il giardinetto per paura di ammalarsi. Siamo finiti in tribunale ed un giudice ha dato ragione a mia mamma. Mia mamma ha sempre lottato con grande coraggio e dignità contro i pregiudizi che le facevano male e contro il sapere che questa malattia l'avrebbe portata alla morte. Penso che sia morta contenta, è riuscita a vedere la nascita di mio figlio, suo nipotino. Gli ha fatto un maglione ed una cuffia di lana, il che le ha dato tanta forza e gioia anche se alla fine il suo corpo non ha retto ed è deceduta.

A scuola fortunatamente non è andata male, la maggior parte dei compagni sapeva e aveva rispetto. Una volta è venuta in classe delle persone di Aiuto AIDS per spiegarci delle cose relative a questa malattia. Alcuni genitori hanno preferito tenere i figli a casa dalle lezioni per quel giorno. Mi sembra assurda questa paura e questa ignoranza che ancora oggi vige.
In tutti questi anni, ho conosciuto un sacco di gente che aveva questa malattia, grazie agli incontri organizzati da Aiuto AIDS, c'era di tutto anche persone che non immagineresti mai. Dai banchieri ai tossicodipendenti, qualsiasi tipo di persona, non c'erano categorie definite ma era bello, c'era solidarietà.

Tante di queste persone non uscivano più di casa, si sentivano abbandonate e sole, per colpa dei pregiudizi della gente, e questo è veramente peccato e triste.

Il 1 dicembre ha aperto un nuovo centro di informazione e assistenza a Molino Nuovo, si chiama “Zona protetta”, vi si trova un sacco di materiale informativo e soprattutto la possibilità di parlare con persone sensibili e competenti. Invito tutti ad informarsi e proteggersi rispetto a questa malattia e ai pregiudizi ad essa legata. Ci sarebbero ancora tantissime cose da dire, non facciamoci fermare dalla paura e cerchiamo di andare nella profondità dei problemi.

Questa malattia ci riguarda tutti e tutte e ciò ci dovrebbe portare a riflettere.

Maggiori info: zonaprotetta.ch

1 commento:

Anonimo ha detto...

purtroppo è vero, c'è ancora talmente tanta ignoranza intorno a questo argomento!E ne siamo tutti vittime.So come si contrare,so come prevenirla ma poco altro,perchè purtroppo c'è ancora tanta omertà a riguardo e la disinformazione non fa altro che alimentare il germe del pregiudizio.In italia è così: mentre all'estero distribuiscono preservativi e organizzano seminari già dalle medie, in Italia i genitori tengono a casa i ragazzi quando la scuola organizza questi incontri. Ma non mi lascio influenzare dai pregiudizi,e quando avrò un figlio gli parlerò anche di questo. Forse possiamo ancora sperare di essere una generazione diversa, con meno pregiudizi e più informazione.E'una storia triste quella della tua famiglia,e i tuoi- spero ex- vicini di condominio sono stati a dir poco abominevoli, ma credo che tua mamma, come dici tu,sia stata felice,nonostante tutto e che abbia avuto la gioia più grande nel veder nascere tua figlia. Anche se non ci conosciamo, anche se non so niente di te, anche se probabilmente non ci incontreremo mai, ti sono vicina.Un abbraccio
Francesca