13/09/11
Il ciclo della vergogna - Un pericolo preannunciato
L’etilista rimane, sempre e comunque, inserito in un contesto familiare. Questo contesto può essere formato da due differenti nuclei: uno vede la presenza di figli e consorte, l’altro vede la presenza di un sistema genitoriale.
In entrambi i casi, quando subentra il “ciclo della vergona”, i familiari tendono a isolare il membro alcolista questo sia rispetto all’esterno che ri-spetto al nucleo familiare avendo di conseguenza la riduzione delle occasioni di socializzazione amicali e parentali.
Meccanica che ritroviamo nella fase avanzata dei problemi derivanti dalla dipendenza alcolica da parte del membro della famiglia in questione.
L’isolamento, derivato dalla presa di coscienza delle oramai evidenti problematiche derivanti dall’etilismo, può portare facilmente anche a un auto-isolamento da parte dell’alcolista stesso.
Principalmente, si cade in uno stato d’animo composto dalla vergogna e da altre situazioni psichiche demotivanti.
Questo è il momento dove l’alcolista può decidere di reagire e contrastare con forza quanto venutosi a creare attorno a lui.
In caso contrario, aumenterà l’auto-isolamento proporzionalmente alla vergogna, incentrando la proprio energia vitale - oramai azzerata - nell’assuzione di bevande alcoliche.
Per uscire da questo ciclo fortemente vizioso, che è la vergogna, è importante che l’etilista riconosca di avere bisogno di aiuto e che sappia cercarlo anche all’interno della famiglia, rendendo i membri partecipi di questa volontà di riabilitarsi.
Molti sono i casi che, a questo punto della dipendenza, pur riconoscendo il bisogno di aiuto e pur avendo la volontà di uscirne, perdono quasi definitivamente le relazioni familiari e parentali.
Alfio Scala
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